Giro d’Italia 2014, scatta sulla salita del Pirata e stacca tutti
Si chiama Fabio Aru, è nato il 3 luglio 1990 a Villacidro, papà agricoltore di arance, tamarindi e mandarini, madre insegnante in quel della vicina San Gavino Monreale (Santu’Engiu nel dialetto del Campidano), capitale dello zafferano perché la cittadina è il maggiore produttore nazionale. Ha vinto una tappa importante, mitica per i fans del Pirata: quella che arriva a Plan di Montecampione, affrontata dalla corsa rosa solo tre volte.
Grande, grandissimo, questo ragazzo sardo che viene dal mare e si esalta in montagna.
Forse non vincerà il Giro, ma di sicuro ha superato con lode il suo vero esame di maturità. "Non conosco i miei limiti" dice lui dopo un pianto liberatorio e un milione di ringraziamenti ai suoi compagni di squadra. "Mi hanno sempre aiutato. E io ho ancora tanto da imparare. La maglia rosa? Non ci penso, ma voglio dare il massimo".
Una pugnalata secca, quella di Aru, che lascia dei segni anche in classifica. In sostanza il sardo, che sale al quarto posto, strappa 52 secondi alla maglia rosa. Ma quest'ultima, pur non brillando, riesce però a dare un altro mezzo minuto a Cadel Evans, secondo in classifica ma sempre al gancio.
Forza Aru!
Si chiama Fabio Aru, è nato il 3 luglio 1990 a Villacidro, papà agricoltore di arance, tamarindi e mandarini, madre insegnante in quel della vicina San Gavino Monreale (Santu’Engiu nel dialetto del Campidano), capitale dello zafferano perché la cittadina è il maggiore produttore nazionale. Ha vinto una tappa importante, mitica per i fans del Pirata: quella che arriva a Plan di Montecampione, affrontata dalla corsa rosa solo tre volte.
Grande, grandissimo, questo ragazzo sardo che viene dal mare e si esalta in montagna.
Forse non vincerà il Giro, ma di sicuro ha superato con lode il suo vero esame di maturità. "Non conosco i miei limiti" dice lui dopo un pianto liberatorio e un milione di ringraziamenti ai suoi compagni di squadra. "Mi hanno sempre aiutato. E io ho ancora tanto da imparare. La maglia rosa? Non ci penso, ma voglio dare il massimo".
Una pugnalata secca, quella di Aru, che lascia dei segni anche in classifica. In sostanza il sardo, che sale al quarto posto, strappa 52 secondi alla maglia rosa. Ma quest'ultima, pur non brillando, riesce però a dare un altro mezzo minuto a Cadel Evans, secondo in classifica ma sempre al gancio.
Forza Aru!
Forza Aru!